Prodotti e rifiuti

AEE e RAEE

Si parla spesso di problemi ambientali, di fronte ai quali ci sentiamo impotenti. Si tratta di problemi reali, seri, i cui effetti non sono sempre verificabili in maniera diretta. Per questo diventa facile scordarsene. Si tratta di problemi che hanno uno sviluppo lento ma inesorabile, che riguarda tutta l’umanità. Per questo se ne danno le responsabilità ai governi delle nazioni, ai governi locali, agli interessi delle aziende, alle cattive abitudini dei vicini: in poche parole, agli altri.

In questo modo si perpetua un atteggiamento di indifferenza, in cui comportamenti e abitudini che altrimenti non ci apparterrebbero diventano i nostri. Esiste però un altro modo di porsi dinnanzi ai problemi ambientali e cioè quello consapevole, responsabile, maturo.

Oggigiorno sono sempre di più le Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE) che entrano a far parte della nostra vita quotidiana, oggetti di cui diventiamo responsabili, non solo per un corretto utilizzo a difesa di noi stessi e di chi vive con noi, ma anche per un corretto smaltimento a difesa dell’ambiente, di cui facciamo parte e da cui comunque dipendiamo.

Per questo è importante sapere cosa sono e quali sono le AEE, come sono composte e come dobbiamo comportarci nel momento in cui decidiamo che non ci servono più, ovvero quando diventano Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE).

Cosa sono le AEE

Le Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE), sono “le apparecchiature che dipendono, per un corretto funzionamento, da correnti elettriche o da campi elettromagnetici e le apparecchiature di generazione, di trasferimento e di misura di queste correnti e campi  e progettate per essere usate con una tensione non superiore a 1000 volt per la corrente alternata e a 1500 volt per la corrente continua”. (D. lgs. 49/2014)

A partire dal 15 agosto 2018 con l’entrata in vigore del cosiddetto Open Scope tutte le Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche rientrano nel campo di applicazione del citato Decreto, se non esplicitamente escluse.

Tali AEE sono attualmente classificate nelle seguenti 6 categorie:

  1. Apparecchiature per lo scambio di temperatura
  2. Schermi, monitor ed apparecchiature dotate di schermi con una superficie superiore a 100 cm2
  3. Lampade
  4. Apparecchiature di grandi dimensioni (con almeno una dimensione esterna superiore a 50 cm), compresi, ma non solo: elettrodomestici; apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni; apparecchiature di consumo; lampadari; apparecchiature per riprodurre suoni o immagini, apparecchiature musicali; strumenti elettrici ed elettronici; giocattoli e apparecchiature per il tempo libero e lo sport; dispositivi medici; strumenti di monitoraggio e di controllo; distributori automatici; apparecchiature per la generazione di corrente elettrica. Questa categoria non include le apparecchiature appartenenti alle categorie 1, 2 e 3.
  5. Apparecchiature di piccole dimensioni (con nessuna dimensione esterna superiore a 50 cm), compresi, ma non solo: elettrodomestici; apparecchiature di consumo; lampadari; apparecchiature per riprodurre suoni o immagini, apparecchiature musicali; strumenti elettrici ed elettronici; giocattoli e apparecchiature per il tempo libero e lo sport; dispositivi medici; strumenti di monitoraggio e di controllo; distributori automatici; apparecchiature per la generazione di corrente elettrica. Questa categoria non include le apparecchiature appartenenti alle categorie 1, 2, 3 e 6.
  6. Piccole apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni (con nessuna dimensione esterna superiore a 50 cm).

Un elenco più dettagliato, ma non esaustivo, delle AEE appartenenti alle categorie sopra citate è riportato nell’Allegato IV allo stesso Decreto.

Fino al 14 agosto 2018 le AEE erano invece classificate in 10 categorie come da Allegato 1 del Decreto 49/2014 ed elencate a titolo indicativo nell’allegato II 
Sono invece escluse dal campo di applicazione del citato decreto:

  • Le apparecchiature necessarie per la tutela degli interessi essenziali della sicurezza nazionale, comprese le armi, le munizioni e il materiale bellico, purché destinate a fini specificamente militari;
  • Le apparecchiature progettate e installate specificamente come parte di un’altra apparecchiatura che è esclusa o che non rientra nell’ambito di applicazione del decreto legislativo 49/2014, purché possano svolgere la propria funzione solo in quanto parti di tale apparecchiatura;
  • Le lampade a incandescenza.

A far data dal 15 agosto 2018 sono altresì escluse dal campo di applicazione del presente decreto legislativo:

  • Le apparecchiature destinate ad essere inviate nello spazio;
  • Gli utensili industriali fissi di grandi dimensioni;
  • Le installazioni fisse di grandi dimensioni, ad eccezione delle apparecchiature che non sono progettate e installate specificamente per essere parte di dette installazioni;
  • I mezzi di trasporto di persone o di merci, esclusi i veicoli elettrici a due ruote non omologati;
  • Le macchine mobili non stradali destinate ad esclusivo uso professionale;
  • Le apparecchiature appositamente concepite a fini di ricerca e sviluppo, disponibili unicamente nell’ambito di rapporti tra imprese;
  • I dispositivi medici ed i dispositivi medico-diagnostici in vitro qualora vi sia il rischio che tali dispositivi siano infetti, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 2003, n. 254, prima della fine del ciclo di vita e i dispositivi medici impiantabili attivi.

Molte apparecchiature elettriche ed elettroniche contengono sostanze e materiali che non presentano alcun pericolo durante il normale utilizzo, ma che, se abbandonati nell’ambiente o smaltiti in discariche ed inceneritori di rifiuti urbani, possono inquinare aria, acqua e suolo, nuocendo seriamente alla salute di ciascuno di noi.

Le AEE contengono, però, anche molti materiali che possono essere impiegati nella produzione di nuovi beni. Preziose risorse che possono essere recuperate con un corretto trattamento.

Cosa sono i RAEE

Con l’acronimo RAEE si indicano i Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, cioè le AEE (Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) di cui il possessore intenda disfarsi in quanto guaste, inutilizzate, o obsolete e dunque destinate all’abbandono.

Più precisamente, citando testualmente il decreto 49/2014, i RAEE sono: “le apparecchiature elettriche o elettroniche che sono rifiuti ai sensi dell’articolo 183, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, inclusi tutti i componenti, sottoinsiemi e materiali di consumo che sono parte integrante del prodotto al momento in cui il detentore si disfi, abbia l’intenzione o l’obbligo disfarsene”.

I RAEE di piccolissime dimensioni sono quelli di dimensioni esterne inferiori a 25 cm.

E’ possibile riconoscere facilmente l’appartenenza di un prodotto alla categoria dalla presenza o meno del simbolo del cassonetto barrato:

I RAEE possono essere suddivisi in due categorie fondamentali:

  • RAEE provenienti dai nuclei domestici’: i RAEE originati dai nuclei domestici e i RAEE di origine commerciale, industriale, istituzionale e di altro tipo, analoghi, per natura e quantità, a quelli originati dai nuclei domestici. I rifiuti delle AEE che potrebbero essere usate sia dai nuclei domestici che da utilizzatori diversi dai nuclei domestici sono in ogni caso considerati RAEE provenienti dai nuclei domestici;
  • RAEE professionali’: i RAEE diversi da quelli provenienti dai nuclei domestici sopra indicati.

Cosa sono i RPA

Per RPA si intende i Rifiuti di Pile e Accumulatori. La distinzione fra i vari tipi di apparecchi viene effettuata tenendo conto della norma di riferimento di settore, ovvero il D. Lgs. 188/08.

Sinteticamente si individuano tre gruppi principali:

  • Pile e accumulatori portatili
  • Accumulatori industriali
  • Accumulatori per veicoli

Il primo gruppo comprende le pile che più frequentemente si incontrano nella vita quotidiana, come batterie per cellulari, computer, pile a bottone e stilo. La differenza tra pile e accumulatori sta nel fatto che le prime non sono ricaricabili.

Le pile portatili possono essere delle seguenti tipologie: zinco-carbone, zinco-cloruro, alcalino-manganese, litio, zinco-aria, ossido d’argento. Gli accumulatori portatili invece si differenziano nei seguenti tipi: nichel-cadmio, nichel-idruro metallico, ioni di litio.

Gli accumulatori industriali si suddividono in due tipologie, ovvero accumulatori uso trazione che forniscono energia per motori elettrici (ad esempio carrelli elevatori) e accumulatori uso stazionario (ad esempio nei gruppi di continuità).

Gli accumulatori per veicoli sono molto diffusi e servono per l’avviamento di auto, moto e imbarcazioni: la maggior parte di essi sono della tipologia piombo-acido.